Produzione locale

Selvaggina da cattura e allevamento (produttività)

Le ZRC sono gestite con la finalità di massimizzare la produzione di selvaggina anche al fine di catturarla per il ripopolamento del territorio a caccia programmata: per raggiungere questi obiettivi sono studiate in relazione alla conformazione dei confini e degli accessi in modo tale da avere delimitazioni nette come strade e corsi d’acqua ed un perimetro più breve in relazione alla superficie, per favorire la colonizzazione naturale limitando la permeabilità e controllare gli accessi permettendo una efficace vigilanza.

La valorizzazione delle ZRC permette di realizzare le condizioni per cui le popolazioni faunistiche (in particolare della selvaggina stanziale di maggiore interesse venatorio: lepre e fagiano) raggiungano le massime densità offerte dall’ambiente. Infatti, il regime di divieto di caccia applicato in generale agli istituti di tutela della fauna non è un fattore sufficiente a caratterizzare e definire un ambito di protezione, ma elementi fondamentali sono pure rappresentati dal contesto ambientale favorevole e dalla realizzazione di adeguati interventi gestionali.

ATC 1 Cremona - Ambito Territoriale di Caccia - Ripopolamento lepri
ATC 1 Cremona - Ambito Territoriale di Caccia - Ripopolamento fagiani

Ripopolamenti con selvaggina acquistata

Come evidenziato sopra le alte produzioni di lepri nelle ZRC dell’Ambito assicurano un soddisfacente ripopolamento in tutto il territorio a caccia programmata. Per quanto riguarda invece la selvaggina da penna la produzione nelle ZRC, pur concorrono a migliorarne la disponibilità sul territorio, non appare sufficiente ad assicurare un adeguato ripopolamento complessivo sul territorio dell’ambito.

Per questo l’ATC1 programma annualmente ripopolamenti con fagiani, starne o pernici rosse e quaglie, cercando di privilegiare i lanci di riproduttori e di giovane selvaggina più facilmente ambientabile. Di seguito è disponibile la sintesi dei ripopolamenti condotti a partire dal 2010 con selvaggina proveniente da allevamenti esterni all’ATC1 eseguiti di norma nel territorio a caccia programmata; a seguito della mancata cattura di lepri nell’anno 2020/21 sono stati previsti ripopolamenti con lepri in zone a caccia programmata con animali di produzione propria e provenienti da allevamenti esterni.

ATC 1 Cremona - Ambito Territoriale di Caccia - Ripopolamento

Piano di Prelievo Sostenibile

La fauna selvatica è un bene limitato e patrimonio comune della collettività; pertanto il prelievo deve essere realizzato secondo criteri di sostenibilità senza depauperare le risorse naturali, assicurando nel tempo adeguate densità di popolazioni faunistiche.

In condizioni di stabilità ambientale, quando non interferiscono fattori esterni come particolari eventi sanitari o climatici avversi, il prelievo sostenibile si realizza quando si sottraggono un numero di individui non superiore all’incremento utile annuo della popolazione, ovvero all’incremento annuo della popolazione detratto della mortalità invernale prevista.

Per quantificare il massimo prelievo sostenibile occorre conoscere la capacità portante dell’ambiente, ovvero la massima densità e consistenza della popolazione per quel determinato ambiente, valutata mediante gli studi ambientali e delle dinamiche della popolazione basati sui censimenti degli ambienti e della fauna e determinata mediante l’applicazione di modelli matematico-statistici.

L’incremento annuo della popolazione e la mortalità invernale sono misurabili mediante i censimenti primaverili, che stimano la densità dei riproduttori in primavera, e i censimenti autunnali, che indicano la densità della popolazione al termine della stagione riproduttiva: per differenza possiamo ottenere l’incremento annuo della popolazione e la mortalità nel periodo critico invernale. I censimenti sono quindi gli elementi su cui si basa la corretta quantificazione del prelievo da cattura e venatorio per la gestione ottimale del patrimonio faunistico e per garantire i migliori risultati e il massimo ritorno economico.

I piani di prelievo definiscono il numero totale di capi per ciascuna specie prelevabili nel corso dell’anno: la ripartizione tra i cacciatori dovrebbe basarsi sulla suddivisione del prelievo sostenibile complessivo per il numero totale di cacciatori. Il prelievo distinto per ogni specie viene definito annualmente nel calendario integrativo provinciale.

Definito nei tempi e nei modi il piano di prelievo, può essere approntato un programma per la verifica e il controllo degli abbattimenti giornalieri o settimanali dei capi cacciati secondo i tempi e le modalità definite nel PFVR. Questo consente l’aggiornamento continuo del piano di prelievo, fino all’eventuale provvedimento di chiusura anticipata della caccia. Questa procedura non è stata fino ad ora mai applicata negli ambiti di pianura cremonesi. Da qualche anno viene invece valutata la consistenza di lepri nei territori a caccia programmata per vedere se risulta necessario interrompere anticipatamente il prelievo alla specie per eccessivo depauperamento delle popolazioni.