Piani di Controllo
In provincia di Cremona sono stati attivati nel corso dell’ultimo PFV quattro piani di controllo della fauna selvatica. Ai sensi di legge si può procedere in tale modo per la tutela del patrimonio zootecnico e del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche.
Il controllo deve essere effettuato attraverso metodi ecologici (limitando ad esempio le risorse alimentari, di spazio o altri elementi basati sull’ecologia o sull’etologia della specie per diminuirne la produttività) e, solo allorquando se ne verifichi l’inefficacia, si adottano piani di cattura e abbattimento.
Ogni piano di controllo richiede selettività d’azione (ovvero deve garantire che la specie bersaglio sia l’unica colpita), efficacia (ovvero deve riuscire nel suo intento), efficienza (in termini di rapporto costi/benefici) e applicabilità tecnica (ovverosia deve essere concepito in modo tale da permetterne un’adeguata diffusione ed applicazione) e deve essere redatto sulla base di specifici censimenti ed analisi. L’applicazione in ambito provinciale del piano di controllo è subordinata al parere di conformità dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), ex Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS).
I piani di controllo, per verificarne i risultati, sono sottoposti a monitoraggio del prelievo e della consistenza delle popolazioni oggetto di controllo o delle popolazioni di selvaggina prede, quali lepri e fagiani.
In provincia di Cremona sono attivi i piani di controllo della nutria, del piccione torraiolo, della volpe, della cornacchia grigia e gazza. Strutturati diversamente, vista la diversa natura dei problemi che li hanno motivati, sono condotti da figure operative diverse abilitati previa frequentazione di un apposito corso di formazione.